Pur nelle non enormi dimensioni, la tavola impressiona per la forza e l’intensa drammaticità che promana dal corpo terreo di cristo e dalle espressioni della Vergine e delle altre figure che lo circondano. le figure sono inserite in uno spazio compresso e saturo, e definite da un segno energico e vibrante, quasi tagliente, in rapporto con la scultura michelangiolesca e le figure della volta della cappella Sistina (il pittore erastato a roma tra il 1532 e il 1536).
Appartenuto alla collezione mossi di morano, il quadro era attribuito ad andrea mantegna, fin quando nel 1933 fu riconosciuto al grande pittore olandese maaarten van Heemskerck. oggi lo si considera la parte centrale di un trittico smembrato, le cui ali laterali, raffiguranti ritratti di gruppo dei donatori, sono conservate presso il Kun sthistorisches museum a Vienna.
Ne esiste una versione analoga al museo boijmans van beuningen di rotterdam che – dopo recenti analisi dendrocronologiche – viene considerata una replica più tarda del quadro dell’albertina, che dovrebbe essere databile qualche anno dopo il rientro dall’italia di Heemskerck, tra il 1540 e il ’43 circa.
08/03/2023